Il Controllo di Gestione Come Limite alla Conoscenza: scopri come trasformarlo in una leva per la crescita Aziendale

Nel mondo aziendale, il controllo di gestione viene spesso considerato uno strumento per ridurre l’incertezza, garantire efficienza e assicurare che tutto funzioni come previsto.

Ma cosa accade quando il bisogno di controllo prende il sopravvento sulla capacità di comprendere?

Quando, invece di facilitare la conoscenza, il controllo finisce per limitarla?

Nel precedente articolo abbiamo parlato di come la conoscenza, se ben integrata nel controllo, possa guidare decisioni più consapevoli e strategiche.

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Controllo di gestione e conoscenza: una prospettiva umanistica e pratica

Questa è la seconda tappa di un percorso in cinque parti, nato per approfondire il controllo di gestione da una prospettiva più ampia.

In questo articolo riflettiamo su un rischio concreto: quando il controllo, anziché supportare la crescita, diventa un freno all’apprendimento, alla libertà e all’innovazione.

Il vero tema non è “controllare sì o no”, ma come controllare, quanto e in che modo.

Solo così possiamo costruire modelli più flessibili, capaci di valorizzare la conoscenza e le persone che la generano.


Il controllo come limite alla conoscenza aziendale

Paradossalmente, un controllo eccessivo può diventare un ostacolo alla crescita.
Quando i protocolli aziendali sono troppo rigidi, si rischia di soffocare l’innovazione e limitare l’apprendimento organizzativo.

Cosa dovrebbe fare un’Azienda?

  • Rendere flessibili i protocolli: Introdurre cicli di feedback regolari per adattare le regole alle esigenze dei team, favorendo una gestione più dinamica.
  • Promuovere una cultura di fiducia: Ridurre il monitoraggio invasivo e focalizzarsi sul raggiungimento di obiettivi condivisi, incentivando l’autonomia operativa.

Un approccio personalizzato, o controllo tailor-made, può essere la chiave per bilanciare standardizzazione e autonomia.


Questo modello consente alle aziende di mantenere l’efficienza operativa senza sacrificare la creatività, adattandosi alle peculiarità di ogni situazione organizzativa.


È un equilibrio dinamico che evolve con i bisogni dell’impresa e delle persone che ne fanno parte.

Questi principi dimostrano che il successo non risiede nel controllo assoluto, ma in una gestione che sappia dosare conoscenza e libertà, regole e flessibilità.


In questo modo, l’azienda non solo si adatta alle sfide del mercato, ma riesce anche a creare un ambiente che valorizza il contributo umano e promuove l’innovazione.

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